Cecco non la prende bene
Pubblicato da Cecco Angiolieri in Il campionato · 18 Dicembre 2021
Vorrei, prima dell’incommentabile
prestazione con la Lazio, fare alcune precisazioni, utili prima di cercare di
comprendere una partita che, di fatto e di diritto, comprensibile non è.
Perché la differenza tecnica tra le
due squadre non ha bisogno di commenti: anche con la formazione titolare al
completo il Genoa è una categoria inferiore alla Lazio, ma se poi si aggiungono anche le note assenze e
le presenze penalizzanti ( tipo Inkuban) la differenza è almeno di due
categorie: poi bisogna considerare il fattore
Cercenko.
Una volta avevamo i giocatori che,
magari ingenerosamente, ma magari anche no, venivano chiamate “mezze figure”,
perché se fossero stati a figura intera, nessuno ne avrebbe retto la vista.
Ma i fenomeni si evolvono, spesso in
peggio, e ora non abbiamo più le mezze figure, e neppure le figure di profilo:
noi adesso abbiamo le mono figure, in unica dimensione, e che non hanno neppure
più il rovescio della medaglia, cosicché fanno schifo da qualsiasi angolazione
tu le guardi.
Incredibile figura mono dimensionale è Sabelli, che in venti
metri di corsa con vantaggio di dieci
metri sull’attaccante della Lazio, riesce a farsene bruciare 23 ( si c’entra la
relatività ristretta di Einstein, ma ve la spiegherò la settimana prossima)
Bellissima raccolta di figure
monodimensionali è poi l’intero
centrocampo rossoblù che è così letargico, che quando vedono i documentari sui
Bradipi, loro pensano di essere andati a vedere un film di ridolini, e chiedono
che la proiezione venga rallentata per capire i particolari…
Però bisogna dire che tutti i gol
della Lazio andavano annullati per fuorigioco: in effetti non siamo mai entrati
in partita, e quando l’arbitro ha fischiato la fine, noi eravamo ancora sulla
scaletta per entrare in campo: sono stati più bravi e veloci i bradipi, usciti
dalla scaletta prima di noi, che però sono stati squalificati, perché hanno
mangiato tutti gli eucalipto che contornavano l’olimpico.
Ma il tutto - e qui sta il vero
mistero - sembra preso dall’ambiente squadra società e giocatori con una compostezza e serenità da fare
veramente invidia, come se l’ineluttabile.
tragico destino neppure potesse lambire i nostri orizzonti.
Del resto mi pareva di ricordare che
il marchio 777 o settebello, ora non ricordo, fosse negli anni 60 un marchio di
famosi profilattici, e visto il boom demografico di quegli anni, pure di
dubbbia efficacia.
Cecco