Lamento per la Nord - Druidi

Vai ai contenuti

Lamento per la Nord

La storia > La vetrina del salotto


     
La luna rossoblu, il vento, il tuo colore
       di squadra di mare, la distesa di teste...
       Il mio cuore è ormai su questi gradoni,
       in queste domeniche annuvolate dai fumogeni.
       Ho dimenticato il resto, la grave
       conchiglia soffiata dai pastori siciliani,
       le cantilene dei carri lungo le strade
       dove il carrubo trema nel fumo delle stoppie,
       ho dimenticato il passo degli aironi e delle gru
       nell'aria dei verdi altipiani
       per le terre e i fiumi della Lombardia.
       Ma l'uomo grida dovunque la sorte d'una patria.
       Più nessuno mi strapperà dalla Nord.
       Oh, la Nord è stanca di presidenti assenti
       in riva alle paludi di malaria,
       è stanca di sconfitte, stanca di sberleffi,
       è stanca nella sua bocca
       delle bestemmie di tutte le razze
       che hanno urlato forte con l'eco dei suoi colori,
       che hanno bevuto il sangue del suo cuore.
       Per questo i suoi fanciulli tornano sui gradoni,
       costringono i giocatori sotto coltri di sudore,
       mangiano delusione e speranza lungo le piste
       nuovamente rossoblu, ancora rossoblu ancora rossoblu
       Più nessuno mi strapperà dalla Nord.
       E questa sera carica d'inverno
       è ancora nostra, e qui ripeto a te
       il mio assurdo contrappunto
       di Genoani furori,
       un lamento d'amore senza fine.
     

       Gert dal pozzo
Torna ai contenuti