satiro

LE CRONACHE MARZIANE

Visto che il Genoa non cambia mai ed è sempre la solita pizza di giocatori svogliati, presidenti traffichini e tifosi mugugnoni e un po' saccenti, e non possiamo cambiarlo, cambiamo almeno il modo di parlarne e lanciamo il Numero Zero di una Nuova Rubrica.

La partita non ci è piaciuta? E allora facciamo la cronaca a modo nostro. Per la cronaca e i commenti seri c'è tutto un mondo intorno.


 

16 settembre 2011 Genoa Lecce  4 - 0 


 

Genoa Lecce doveva essere la partita della svolta, e così è stato.

Spinta dal tifo incessante di un Ferraris ribollente di allegria e colori, e guidata per mano da un sontuoso Veloso, la squadra rossoblù non ha faticato a regolare il modesto Lecce.

La partita si mette subito bene: fin dalla lettura delle formazioni risulta chiaro al vostro che Mister Malesani, dopo la squadra, ha finalmente trovato anche la quadra.

Il tempo degli esperimenti è finito, i meccanismi perfettamente oliati e la formazione è allineata e coperta.

Al posto dello spento Jorquera, dell'abulico Bovo e dello stranito Pratto, scendono in campo un certo Birsa, dalla vaga aria da garzone di Birreria, l'Atletico Dainelli (che da solo vale una intera squadra di seconda divisione spagnola) e Caracciolo, un puntero elegante e spietato, testimonial di dozzine di barberìe dell'angiporto.

La vera sorpresa è però veder tornare in campo il Capitano di Mille Battaglie Marco Rossi, tirato a superlucido e, soprattutto, il giovanissimo Angela Merkel, una mezzala bionda con l'aria da comparsa in un film coi nazisti.

Al pronti via!, l'undici di casa, che dimostra subito di trovarsi a memoria, come una Jazz band dei tempi d'oro, mette subito una seria ipoteca sul match. E' dal piede di Veloso, sempre pericoloso, dall'ingegno meraviglioso e lo stile fabuloso (che netto miglioramento rispetto allo spento e disonesto Milanetto!), che parte un lancio millimetrico con il contagiri. Caracciolo, appostato al centro dell'area, è pronto a sfruttare gli spazi lasciatigli liberi da un Palacio apparso peraltro opaco e a trafiggere la difesa salentina con uno stacco imperioso.

Inutili le proteste dell'undici adriatico.

Palla al centro e dopo un batti e ribatti al limite dell'area rossoblù, la linea arretrata giallorossa sbanda di nuovo pericolosamente.

Stavolta è però Palacio a sprecare l'occasione, stendendo con un colpo di tae kwon do i due difensori che cercavano cavallerescamente di opporsi.

Malesani, maestoso direttore d'orchestra, sale allora sul podio a dirigere la sinfonia trionfale dei nostri colori.

Con i gesti rapidi ed esatti di un Von Karajan della panchina tira i fili invisibili di un meccanismo straordinario.

E le occasioni fioccano.

Antonelli, dopo una serie di diagonali difensive perfette serve un pallone al bacio per il Capitano, che insacca di giustezza.

Negli spogliatoi, poi, il Botticelliano Marco Rossi si renderà protagonista dell'ennesimo episodio da libro Cuore di una carriera inimitabile: la dedica del goal all'Amico Milanetto.

C'è ancora tempo prima del riposo, per un po' di gloria per Kucka: recupera palla sulla nostra tre quarti, afferra il microfono dello speaker e smentisce il suo trasferimento all'Inter facendo risuonare con il suo vocione tutti i gradoni del Ferraris, si libera con una veronica del marcatore e, attorcigliandogli il cavo del microfono intorno alla giugulare, dell'arbitro Gava di Conegliano, e presenta la sua specialità: il tiro nel sette dai 40 metri.

L'intervallo è un Carnevale di Rio per la gradinata Nord in estasi.

Meno emozionante la ripresa, dove, come spesso accade, la squadra in vantaggio indulge a un po' di Accademia.
C'è spazio per l'ingresso di Jorquera, che si era comunque fino a quel momento fatto apprezzare per alcune verticalizzazioni (con il filo a piombo) della panchina, e per il redivivo e sempre tanto funambolico quanto concreto Jankovic.

Era tuttavia Pratto, uno dei più ispirati, a mettere il sigillo sulla partita con un mirabolante goal in semirovesciata dopo una azione personale sulla fascia dove era stato genialmente collocato.

Ultimi dieci minuti di pura passerella per i nostri ragazzi, tra gli OLE' di un pubblico in visibilio.

PS: per la partita di Torino contro la modesta Juventus che lotta nei bassifondi della classifica, Malesani avrebbe intenzione di dare una ulteriore sferzata di energia ed entusiasmo, a un ambiente mai troppo ebbro di gioia: se i test clinici daranno esito positivo, potrebbe essere venuto il momento di schierare Un Gatto Morto in campo.

E allora si potrà veramente sognare.

 

 
 

 

Genoa, 16 ottobre 2011

La pagella precedente


 

Principe Myskin

Home

Copyright I Druidi 2002 - 2011