Plusvalenza di tendenza

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Plusvalenza di tendenza

Druidi
Pubblicato da Principe Myskin in Commenti a ruota libera · 29 Novembre 2021
Il problema delle  Plusvalenze di Fantasilandia è semplice.
 
Le società di calcio – con qualche eccezione sparsa come la particella di sodio della pubblicità e le zempre virtvose sqvuadre teutoniche, Ja – sono in perdita sistematica, come se fossero tutte gestite da mia suocera.
 
Cioè. non riescono a coprire i costi.
 
Poiché, non ostante tutti i Fenomeni della Econometria cerchino di dimostrare il contrario, anche in finanza tutto si trasforma ma nulla si crea, prima o poi qualcuno ci deve mettere i soldi.
 
O ci rimettono i fornitori, gli impianti restano al buio e le trasferte si fanno in bicicletta.
 
O si prendono i soldi in prestito (e in questo si risolve il primo problema, ma, pagando  i primi debiti con secondi debiti, si crea un secondo problema peggiore).
 
O gli azionisti cacciano il grano. Ma di ricchi scemi in giro se ne vedono sempre meno.
 
Nella sostanza, un sistema tranquillizzante come viaggiare sul Titanic, ubriachi.
 
 
I Visagisti dell’Economia, però, hanno una altra soluzione.
 
Accanto al problema della solidità reale (quanto sto in salute) di una impresa, infatti, c’è quello della solidità apparente (quanto sembro in salute).
 
Vorrei esser bella, ma, se non mi è possibile, mi basta sembrarlo, sparandomi in faccia un faro tipo Lanterna e una mano di fondo tinta stile soletta di cemento.
 
Perché?
 
Perché l’apparenza serve: per esempio, senza bilanci in ordine non ci si iscrive a coppe e campionati.
 
E, poi, perché nessuno ti sostiene e finanzia se non sembri in salute.
 
Naturalmente, nel migliore dei mondi possibili, la solidità reale dovrebbe coincidere con quella apparente.
 
Ma, da qualche decennio, si vive in un mondo di matti, dove si investe in base ad algoritmi e numeri contabili, che valutano le società in base a indicatori sempre più astratti. Non conta tanto quanto c’è in magazzino o nei capannoni (o quanto è realistico immaginare ci sarà), ma quanto c’è nella contabilità e nelle previsioni.
 
 
A questo punto, la fantasia non ha limiti.
 
Tra i tanti modi in cui posso guadagnare, c’è la plusvalenza: vendere un calciatore a un prezzo superiore al costo che avevo sostenuto.
 
Ma, per venderlo realmente a quel prezzo, dovrei trovare qualche Gonzo disposto a pagarlo in moneta sonante.
 
E se non ho gonzi sotto mano? Mi viene una idea malandrina: se, invece che in moneta sonante, un calciatore sopravvalutato me lo facessi pagare scambiandolo con un altro calciatore sopravvalutato?
 
Se cercassi di vendere l’Hernani di oggi mi darebbero due castagne secche e, se dicessi di volere 100 milioni per lui, riaprirebbero il Manicomio di Quarto.
 
Potrei, però, dire: “Per me Hernani vale 100 milioni, ma non voglio necessariamente 100 milioni: mi accontento di 2 Sabelli da… 50 milioni l’uno” e  il risultato sarebbe, esattamente, che ho ricevuto le due castagne secche che mi merito, ma che sembrerebbe che ho realizzato 100 milioni.
 
E se Hernani lo avevo pagato 5 milioni sonanti, ho guadagnato 95 milioni!!
 
 
Oh, li ho guadagnati nel Mondo dei Commercialisti, perché se porto i due Sabelli al mercato … un topolino mio padre comprò.
 
 
Ma mica mi interessa:  il bilancio sembra sano e mi posso iscrivere al campionato.
 
 
Il problema è che è una cosa non solo immorale, ma pericolosa.
 
È un meccanismo che sostituisce una macchina di acciaio e vetro, via via, con componenti di gruviera e ghiaccioli: fino a che non si cerca di metterla in moto e fino a che non arrivano i topi e sorge il sole sembra che funzioni.
 
 
Prima o poi però resti a piedi.
 
 
A proposito, più o meno funziona così anche il debito pubblico, ma è meglio non pensarci.

Principe Myskin


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