Come quando fuori piove
Pubblicato da Principe Myskin in Commenti a ruota libera · 23 Gennaio 2022
Ci sono diversi tipi di calcio da amare. Il calcio a
fiori, tutto tecnica sopraffina; il calcio a denari, tutto architettura
intellettuale; e il calcio a picche e a cuori, quello drammatico.
È evidente che il Genua, nella sua storia recente, di fiori e
denari ne ha visti pochi, ma, in realtà, ha visto anche pochi cuori e picche,
perché il calcio drammatico non è il calcio dei disastri sportivi – dei quali
il Genua è, modestamente, una eccellenza - o dell’amore dei tifosi, ma è calcio
del teatro in senso aristotelico: quello che è capace di strapparti dal qui e
ora e portarti altrove.
E il Genoa degli ultimi anni in un solo posto sapeva
portarti: nella cacca.
Qual è la componente essenziale del calcio drammatico?
La verità.
In effetti, anche nel cinema, un grande regista sa fare
grandi film con attori presi dalla strada: l’importante è che sia vero: se è
vero ti porta via il cuore e la mente, per 90 minuti e oltre.
Ebbene, nei 45 minuti – me ne sono bastati 45 - di Genoa
Udinese che ho visto (che, tolta la Coppa Italia, è la più gran parte di Genoa
che ho visto negli ultimi 18 mesi) c’era, finalmente, del vero.
I calciatori erano veramente lì, tutti insieme e
facevano realmente quello che sapevano.
Certo, quello che sanno fare è un grosso problema, in
termini tecnico sportivi, ma, in termini drammatici, è bellissimo.
Ecco allora Zagor Portanova con il martello nei
piedi, Otello Ekuban sempre tradito dalla palla, e Yeboah, che, per ora,
sembra il Droide D3BO di Guerre Stellari, che, per un errore di
programmazione, esce sempre dalla fascia laterale (ma D3BO parlava sei milioni
di lingue…).
Voglio credere che il merito di questa suggestione sia di
quell’allegro furioso di Mister Blessin.
Blessin’ che, forzando un po’ la traduzione, in inglese e
secondo un wishful thinking, potrebbe anche suonare come benedizione.
Mal che vada (o ben che vada) sarà come il prete di quella
magnifica serie che è Midnight Mass (che, in effetti, faceva camminare i
paralizzati, anche se aveva un …segreto).
D’ora in poi (almeno fino al risveglio della rovinosa
sconfitta di Roma J) lo chiamerò, allora, “Monsìgnor Pruitt”).
Principe Myskin